IL PROFUMO del PROSCIUTTO CRUDO di Parma

Dove il Marino fa maturare il prosciutto crudo

Gli Appennini dell’Emilia-Romagna regalano curve e contro-curve suggestive, passi e valichi stimolanti accarezzati dalla brezza del Marino. Un vento che spira dal mare e propaga fino a noi il profumo di un’eccellenza gastronomica italiana. Il Prosciutto crudo di Parma.  Itinerari vari  da 135 a 210 km.

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IND.STRADALI 1°it. – 138 km / 3h 37m (Google Maps) 

IND.STRADALI 2°it. – 185 km / 4h 41m (Google Maps) 

IND.STRADALI 3°it. – 219 km / 4h 58m (Google Maps) 


Ci troviamo a Parma, capoluogo di provincia in Emilia Romagna. Il nostro itinerario vuole farvi scoprire i luoghi di stagionatura di un’eccellenza gastronomica che tutto il mondo ci invidia (e tenta di imitare). Il Prosciutto di Parma. Semplicemente carne di maiale e sale. Il segreto sta nell’abilità dei maestri salatori, nell’aria delle colline parmensi e nella paziente stagionatura. Né conservanti, additivi chimici ed affumicatura.

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Dal 1963 il Consorzio dei produttori di prosciutto crudo vigila sulla tecnica di lavorazione. Lo scopo è ottenere un prodotto da 5 stelle (il suo marchio è una corona a cinque punte). Tradizioni tramandate da generazioni sul giusto equilibrio dei profumi e dei sapori insieme all’impiego di ingredienti ad alta qualità. Nella vicina Pianura Padana vengono allevati i maiali e tra le valli dei fiumi Enza e Stirone, dove arriva la brezza marina, avviene l’attenta asciugatura, ovvero la stagionatura naturale. Condizioni uniche ed essenziali per la riuscita di questo prodotto naturale, genuino e gustosissimo. Non esistono altri territori dov’è possibile ottenere questa prelibatezza.

Alla ricerca del dolce sapore del Prosciutto crudo

1° it. – Boschi di Carrega – Passo Sillara – Museo del Prosciutto crudo – Torrechiara 

Seguendo i torrenti Baganza e Parma, visitiamo il cuore pulsante delle colline parmensi. Percorrendo le strade tortuose SP15 arriviamo a Sala Baganza. Comune strettamente legato al settore agroalimentare e metalmeccanico che interagisce con la lavorazione della carni suina. Oltre ad ammirare la cinquecentesca Rocca di SanVitale, per gli amanti della natura si può visitare (quasi tutto l’anno) il Parco dei Boschi di Carrega. Un’area collinare di 2.600 ha che custodisce un’ambientazione di particolare pregio naturalistico e storico-culturale. Querceti, castagneti, una faggeta e diversi piccolo laghetti artificiali. La fauna è florida e si possono osservare: il capriolo, lo scoiattolo, la lepre e la rara testuggine d’acqua. Vi sono anche preziosi luoghi di interesse architettonico, come il Casino de’ Boschi.

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Guidando la panoramica SP74 si arriva al piacevole (e poco conosciuto) Passo del Silara (m. 1200 slm) per poi scendere nella graziosa località di Bosco. Ci si immette nella SP40 fino a Corniglio (Pr) con il suo castello medioevale sede del Comune. Ed infine tramite la tortuosissima SP13SP665 arriviamo a Langhirano (Pr), città simbolo della stagionatura e sede le Museo del Prosciutto, che vale la pena visitare.

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Proseguiamo fino all’incantevole Castello di Torrechiara, tra le fortificazioni meglio conservate d’Italia e sosta doverosa per chiunque passi in questi territori. Fatto costruire tra il 1148 ed il 1460 dal Conte Pier Maria II de’ Rossi per la sua amante Bianca Pellegrini, a coronamento della loro intensa storia d’amore. Originariamente provvisto di tre cinta murarie e due fossati, ora rimane solo quella a difesa del castello. Le possenti torri quadrate, collegate tra loro da doppia cinta di mura, sono state erette sulla base della geometria pitagorica e la filosofia rinascimentale.  L’interno è riccamente affrescato a temi naturalistici, fantastici e grottesche, tra cui la più famosa Camera d’oro. La leggenda narra che nelle notti di luna piena il fantasma del Conte si aggira nel castello recitando il motto dedicato all’amata Bianca “nunc et semper” (ora e sempre).

Ammiratelo in tutta la sua bella nella nostra galleria fotografica. Immaginate dal vivo com’è più bello!

2° it. – Berceto – P.so della Cisa – P.so Righedo – P.so del Cirone – Museo del Salame di Felino

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Ampliamo la visita agli appennini parmensi transitando per la mitica SS62 della Cisa : edificata dai Romani nel 109 a.C., fu una via di comunicazione importantissima, un confine tra i Ducati nel Medioevo ed ora collega Verona a Sarzana. Si passa per il pregevole paese di Berceto, antica sosta lungo la Via Francigena, ora rinomato per la sua cucina tradizionale a base di funghi. Il tragitto fino al Passo della Cisa (m. 1.041 slm) è una meta obbligatoria di tutti i motociclisti della zona. Da marzo ad ottobre le sue curve sono affollate di appassionati come noi che vogliono assaporare lo splendido paesaggio e le pregevoli curve appenniniche. La prima domenica di settembre si svolge il Memorial Sic58 dedicato a Marco Simoncelli, pilota di MotoGP scomparso il 23/10/2011 in Malesia. In prossimità del passo  si trova la chiesetta Nostra Signora della Guardia, patrona degli sportivi di tutto il mondo.

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Scendiamo verso il mare (ma non ci arriviamo!). Dopo il Passo Righedo e qualche km prima di Pontremoli si svolta per la SP42. Ci si inerpica attraverso il Parco Nazionale Tosco-emiliano fino al Passo del Cirone (m. 1.255 slm) che si trova lungo la Via del Sale. Una ragnatela di vecchi sentieri utilizzati dai viandanti e dai contrabbandieri di sale. L’itinerario prosegue per la Val Parma fino al capoluogo di provincia.

In aggiunta al primo percorso, abbiamo previsto una deviazione prima di Bosco,  per arrivare a Lagdei. Rifugio montano ben attrezzato e centro di partenza per le visite naturalistiche del Parco dei Cento Laghi. Con una seggiovia è possibile arrivare al bellissimo Lago Santo. La seconda deviazione riguarda l’elegante Castello di Felino, a pochi km da Parma, adibito a ristorante e sede del Museo del Salame di Felino (tipicità culinaria da provare!).

3° it. – P.so del Brattello – P.so del Cirone – P.so del Silara – Torrechiara

Gli Appennini Tosco-emiliani sono ricchi di percorsi alternativi panoramici e mozzafiato. Le strade sono strette e vi consigliamo molta attenzione nella guida per gustarvi le curve e le viste sul paesaggio circostante. Nella sua parte iniziale, ad eccezione dei precedenti, il percorso si snoda seguendo il fiume Taro lungo una larga strada piacevole, la SP308 e SP523. A Borgo Val di Taro, città storica dell’omonima valle, si prende la SP20, una tortuosa strada appenninica che ci accompagna fino al Passo del Brattello.

Si scende per la SP39 in direzione Pontremoli. Arrivati all’incrocio con la SS62 giriamo a sinistra e, dopo pochi km, su un tornante girare a destra per la SP42 del bellissimo Passo del Cirone. Scendiamo lungo il crinale e a Bosco prendiamo la SP74 per Passo del Silara fino ai pressi di Berceto. Giriamo a destra sulla SP15 in direzione Calestano e proseguiamo il seguendo l’itinerario n.1 di rientro a Parma.

Piccola deviazione consigliata del “Prosciutto crudo”

In prossimità di Bosco seguire le indicazioni gialle “LAGDEI“. Sarete immersi nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Paesaggio molto suggestivo che comprende un bellissimo parco, un grande Rifugio Lagdei con camere e ristorante (a m. 1.250 slm), e tramite una seggiovia (o a piedi), la possibilità di visitare lo stupendo Lago Santo (m. 1.507 slm) ed il Rifugio Mariotti. Aperti anche d’inverno. Vi informo che l’ultimo tratto di strada, dal parcheggio ghiaiato con le sbarre, è completamente sterrato e ghiaiato con buche. Prestate attenzione!

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