I Gonzaga. Cavalieri, prelati e mecenati d’arte e cultura.

I Gonzaga, la loro storia.

Gli inizi

Il nome della famiglia deriva dalla località di Gonzaga, territorio del quale venne investito Filippo Corradi (XII sec.), che assunse così il nome di “Corradi da Gonzaga”. Nella prima metà del Trecento venne poi abbandonato il cognome a favore dell’uso esclusivo dell’appellativo “Gonzaga”. Il ramo dei Gongaza che maggiormente ebbe influenza sulla storia politica italiana fu quello mantovano. Nel 1328 assunse il governo della città sotto il dominio di Luigi Gonzaga.

Il massimo sviluppo

La famiglia si radicò a Mantova garantendo il controllo politico sotto forma di capitanato. Poi di marchesato nel 1433 con Gian Francesco Gonzaga sugellato dall’imperatore Sigismondo. La famiglia si aprì al mecenatismo culturale ed artistico. Divennero marchesi durante il governo di Federico II (1530), ad opera di Carlo V, che consolidò il potere fino a Vincenzo II (1627), dopo il quale il ramo famigliare principale si estinse, lasciando il titolo al ramo francese Gonzaga-Nevers (fino al 1707).

L’inizio della decadenza

Il passaggio del ducato al ramo francese Nevers fu anticipato da un lento declino, aggravato dalla Guerra di successione apertasi alla morte di Vincenzo II, che portò il potere al ramo Gonzaga-Nevers. La decadenza che già aveva colpito la famiglia non potè che aggravarsi: Mantova subì il sacco dei lanzichenecchi (1629) e la peste. Fu costretta ad abbandonare il mecenatismo culturale, ormai ridotta in miseria. Espulso l’ultimo duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nerves, si chiuse la gloriosa parabola dei Gonzaga di Mantova, lasciando spazio al nuovo governo del Ducato di Savoia (1708).

Le cause della loro fine (dopo 400 anni)

Il declino fu in larga parte causato dalla dispendiosa vita di corte e dalle onerose imprese militari.  I duchi furono costretti ad imporre un maggior carico fiscale ed a cedere una parte dei territori di propria pertinenza. La diminuzione delle rendite e la parallela cessione dei beni ducali, compresa la collezione di opere d’arte, non fecero altro che acuire una situazione già grave che portò il ducato in mano al ramo Gonzaga-Nevers.

I meriti della loro longevità.

Nonostante la decadenza compiutasi nel corso del Seicento, la gloriosa storia de I Gonzaga, durata oltre 400 anni, si è consolidata nel corso dei secoli grazie all’abile politica. Fu attuata non solo nei confronti dei territori confinanti, garantendo uno stabile equilibrio di forze, ma anche con le principali corti europee. In più i grandi possedimenti territoriali permisero una grande rendita agricola, in grado di offrire notevoli quantità di merci per gli scambi commerciali con la vicina Venezia. L’effetto immediato fu l’accrescimento della ricchezza e della popolazione locale, elementi che portarono la corte dei Gonzaga ad una nuova rilevanza nel contesto politico e culturale dell’epoca. La vicinanza a importanti cariche ecclesiastiche, tra le quali alcune derivate proprio dalla famiglia stessa, e un’attenta politica matrimoniale, non fecero che consolidare, infine, il potere gonzaghesco, rinsaldando i rapporti con le più importanti famiglie nobili dell’epoca.

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I Gonzaga e l’arte in ogni sua forma

I Gonzaga furono collezionisti di importanti opere d’arte e molto di più. Sostennero e patrocinarono numerosi artisti al fine di dare lustro alla propria casata; furono importanti collezionisti di opere d’arte, secondi solo ai papi e ai Medici. Coinvolgendo artisti (come Andrea Mantegna), diedero il via ad un’intensa stagione costruttiva e decorativa.

La ricchezza accumulata fu impiegata in diverse occasioni per il coinvolgimento di importanti artisti contemporanei e per l’acquisto di opere d’arte. Raccolsero 20.000 oggetti preziosi e 1.800 quadri che esposero nella celebre “Celeste Galleria” in Palazzo Ducale. Si occuparono anche dell’allevamento di cavalli (i “berberi mantovani”), a scopo di divertimento e per le guerre. La famiglia fu famosa per la ricchezza di libri contenuti nelle loro biblioteche. Molti dei quali trattavano di zoologia e di botanica. I Gonzaga costruirono dei veri propri giardini zoologici all’interno delle loro corti dove erano presenti struzzi, leoni, falconi e cani da caccia. Furono collezionisti di libri miniati, medaglioni romani, zanne di elefante, conchiglie, corallo e pietre preziose.

Gli ordini cavallereschi

I Gonzaga istituirono numerosi ordini cavallereschi tra cui Ordine del Cordone Giallo (1580), Ordine militare del Sangue di Gesù Cristo (1608), Ordine della Immacolata Concezione (1623), Ordine delle dame di Maria Elisa (1847).

La zecca dei Gonzaga, la loro moneta

Al pari di tutte le più importanti dinastie europee, ebbero il privilegio di battere moneta. Ludovico III Gonzaga nel 1444 vide il proprio ritratto coniato su una moneta e, seguendo il prestigio e l’importanza delle casate più importanti, iniziò la coniazione di monete auree.

La cucina dei Gonzaga

I Gonzaga sono ricordati per l’arte della cucina. Hanno saputo coniugare piatti tipicamente popolari con piatti decisamente più elaborati. Un esempio la polenta fritta spolverata di zucchero. Una bontà assolutamente da provare. Essi hanno saputo lasciare un’impronta nella gastronomia italiana, data dai prodotti ricavati dalla fertilità della loro terra (grano e riso) e dall’importanza delle loro corti.