IL DELTA DEL PO, riflessi d’acqua e di luce in luoghi senza tempo

Due giorni per scoprire il Delta del Po

L’itinerario predilige la bellezza della natura, le singolarità architettoniche e la storia del Delta del Po e dei suoi Parchi regionali. Territori lacustri che nel corso dei secoli l’uomo ha modificato pur conservandone la loro unicità. Un percorso rilassante nel suggestivo territorio ricco di riflessi d’acqua e di luce. 

Il Parco dell’Emilia-Romagna (52.000 ettari) protegge il Delta del Po storico compreso le bocche dei fiumi Reno, Lamone, Bevano. La sacca di Goro, le paludi di Comacchio, le terre di Ravenna, le saline di Cervia, le foreste di Argenta e le pinete del Lido di Classe alla bocca del Savio. Il Parco del Veneto (786 km²) comprende dal Po di Goro fino al fiume Adige nella provincia di Rovigo.

Il Delta del Po è la più vasta estensione di zona umida d’Italia. La flora e la fauna contano circa un migliaio di specie diverse. In particolare la fauna con più di 400 specie diverse, tra mammiferi, rettili, anfibi e pesci. Gli uccelli con più di 300 specie. Tutto questo rende l’area la più importante zona ornitologica italiana ed una fra le più conosciute d’Europa per birdwatching. Se volete raggiungere il Delta del Po dalla Pianura Padana seguendo l’argine guardate l’ itinerario ARGINE SINISTRO DEL FIUME PO.

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IND. STRADALI 1° giorno – 210 km (Google Maps)

IND. STRADALI 2° giorno – 190 km (Google Maps)


1° giorno: da Ferrara a Comacchio – 210 km

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Si parte dalla rinascimentale Ferrara (Patrimonio dell’Unesco insieme al Delta del Po) che conserva tantissimi monumenti tra cui il Castello Estense con la sua immensa piazza (solo per citarne qualcuno!). Merita la visita di tutta una giornata! Noi vi consigliamo il soggiorno per gustarvi anche la notte tra i vicoli illuminati dalle lanterne e le tipiche osterie.

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Dopo pochi km arriviamo al Mar Adriatico. Per ammirare (a piedi) la natura lacustre visitiamo il Giardino botanico di Caleri dove potremmo già “immergerci” in questi territori d’acqua. Un’espressione atipica che alla fine di questo viaggio sarà vostra.

Seguiamo le stradine tortuose e strette (state attenti!) classiche del Delta del Po. Come il suo paesaggio piatto e spoglio. Arriviamo al Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin realizzato in un impianto idrovoro degli anni ’60 con lo scopo di ricordare l’azione di bonifica attuata dagli uomini preservandone la natura nella ricerca dello sviluppo economico.

Luoghi senza tempo

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Proseguiamo il viaggio seguendo le anse del grande Delta. Sosta doverosa a Mesola, città emblema di questi territori, edificata in gran parte sotto il livello del mare. Tante cose da vedere. In particolare il ben conservato Castello estense (fine 1500) che ospita il Museo del bosco e del cervo. La bellissima Torre Abate esempio di architettura idraulica. La Riserva Naturale Bosco della Mesola dove ammirare i cervi ed i daini (specie autoctona).  I bunker tedeschi della II guerra mondiale ed in località Massenzatica la Riserva Naturale delle antiche dune fossili, un singolare paesaggio di dune alte fino a 8 metri ricoperte da bassa vegetazione che spiccano all’orizzonte.

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Ci spostiamo a Goro, altro luogo simbolo del Delta del Po. Paesino di pescatori che affaccia sulla Sacca di Goro. Una grande laguna salmastra di profondità media 60 cm, che riceve acqua salata dal mare e acqua dolce dal Po. Un mix che comporta, dal un punto di vista ambientale, un habitat naturale particolarissimo sia per le specie animale (sopratutto uccelli) che vegetale. E’ possibile visitarla in barca.

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A pochi km di distanza appare inaspettatamente l’Abbazia di Pomposa (VII-IX) che svolse un ruolo fondamentale nella diffusione e nella conservazione della cultura nel Medioevo grazie ai monaci amanuensi. Il bellissimo complesso monumentale comprende la Basilica, completamente affrescata e con un prezioso pavimento a mosaico di marmo. L’altissimo Campanile (48 metri), il Monastero ed il Palazzo della Ragione.

La natura e l’uomo in simbiosi

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Percorriamo una tra le strade più suggestive del Delta del Po che costeggia Valle Bertuzzi. Un’area privata di circa 2.000 ettari, composta da tre bacini d’acqua utilizzati come azienda faunistico-venatoria. La vegetazione è principalmente canneto e piante alofile. L’avifauna molto ricca: aironi, sgarze, nitticore, cavalieri d’Italia, sterne e gabbiani. Nei periodi estivi è sosta dei fenicotteri rosa.

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Ed arriviamo a Comacchio, meta finale della nostra prima giornata sul Delta del Po. Città lagunare dalle origine antichissime (2.000 anni fa dagli Etruschi), con il suo originalissimo centro storico incanta tutti lasciando a bocca aperta. Un dedalo fitto di canali, ponti, viuzze, case di cortina basse e colorate. Famosissimi i suoi monumenti tra cui il Duomo di San Cassiano, il Palazzo Bellini e le scalinate del Trepponti.

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Merita la visita alla fabbrica/museo Manifattura dei Marinati a Comacchio, un percorso all’aperto da fare a piedi ed in barca alla scoperta del mondo che ruota intorno all’anguilla, singolare pesce che in questi luoghi ha il suo habitat naturale. Un’esperienza molto interessante per capire il profondo legame dei Comacchiesi con i prodotti delle proprie acque. Ogni ottobre la città lagunare ospita l’annuale Sagra dedicata all’Anguilla (vedi fondo pagina). Vi consigliamo di soggiornare in questo luogo magico per ammirare al tramonto i riflessi di luce e di acqua. Uno spettacolo unico.

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2° giorno: da Comacchio a Ravenna – 190 km

Si riparte per il secondo giorno nel Delta del Po. Da Comacchio proseguiamo verso l’interno fino alle Valli di Argenta, una vasta zona umida d’acqua dolce visitabile a piedi od in bici, con un centro visita adibito a Museo delle Valli. Sito in uno splendido edificio del ‘700 ristrutturato, offre approfondimenti sull’ambiente e la bonifica della valle. Nei pressi si trova l’antica Pieve di San Giorgio (569 d.C), una piccola chiesetta ad aula unica con un pavimento a mosaico e dotata di fonte battesimale.

Nell’impero bizantino

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Proseguiamo fino alla costa del Mar Adriatico per attraversare le stazioni balneari più a nord dei Lidi Ravennati. Nei periodi estivi queste città si animano ed offrono tutti i confort ed i servizi per una piacevolissima vacanza al mare! A pochi km da Ravenna svetta solenne la Basilica di Sant’Apollinare in Classe (VI sec.). Splendida chiesa di architettura bizantina dove si possono ammirare i magnifici mosaici policromi e gli antichi sarcofagi marmorei.

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Ci dirigiamo a sud del Parco Regionale Emilia-Romagna del Delta del Po per visitare le affascinanti Saline di Cervia. Un canale di 16 km composto da oltre 50 bacini. Da fine agosto ad inizio settembre avviene il rito della “cavadura”, la raccolta del sale. L’acqua del mare entra dal canale immissario e viene fatta defluire. Grazie al vento ed al sole evapora e si concentra fino a formare il sale. Il prodotto è un sale integrale marino in quanto la sua origine è l’acqua del mare, viene lavato solo con acqua madre e poi lasciato essiccare in cumuli all’aria aperta. Viene definito “dolce” per la quasi assenza di cloruri amari (come il solfato di magnesio, calcio, ecc.) grazie all’ambiente ed alla tipologia di raccolta. Una particolarità: il suo colore non è prettamente bianco ma ha sfumature rosa e grigie. 

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La giornata è stata intensa ma sono ancora tante le cose da vedere. Ritorniamo indietro e arriviamo alla meta definitiva, Ravenna. La città conserva il più ricco patrimonio di mosaici (V e il VI sec.) all’interno dei suoi splendidi edifici religiosi paleocristiani e bizantini (Patrimonio Unesco). Il centro storico ha una storia millenaria. Dai Romani, al Rinascimento fino all’800 con la sua riscoperta grazie ad illustri visitatori (Oscar Wilde, Gustav Klimt, ecc.). Passeggiando in questa bellissima città si ha l’imbarazzo della scelta per le molteplici attività. Il suo carattere romagnolo e la vicinanza con la costa la rende frizzante e piena di vita. Vi consigliamo vivamente il soggiorno per apprezzarla al meglio.

Il Delta del Po a tavola propone l’anguilla

La particolarità di questo luogo si denota anche a tavola. Le Valli di Comacchio sono l’ambiente naturale perfetto per l’anguilla. Attorno alla pesca, si è creato un vero habitat sociale insieme ad attività artigianali e manifatturiere uniche. Sfruttando l’influenza delle maree sull’istintivo spostarsi delle anguille, ancora oggi si utilizzano le antiche tecniche di pesca. Come il semplice e geniale lavoriero, un intricato sistema di cattura costituito da camere comunicanti. L’antico metodo di lavorazione è stato ripristinato e si puo’ vedere all’interno della Manifattura dei Marinati (vedi sopra). Esistono quarantotto differenti piatti di anguilla: dal delicatissimo risotto fino alla griglia che la rende irresistibile. Quindi non resta che partire per gustarsi l’anguilla immersi in un magnifico paesaggio senza tempo.

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