Museo Piaggio, storia del genio italiano

Finalmente a Luglio 2019 abbiamo visitato il Museo Piaggio a Pontedera (PI) in Toscana (a circa 25 km da Pisa e 60 km da Firenze). Vedi posizione su googlemaps

Storia del Museo Piaggio

Il Museo Piaggio è stato inaugurato a Marzo del 2000 e completamente rinnovato nel 2018. Occupa 5.000 mq dell’affascinante ex-officina nel complesso industriale della Piaggio dei primi anni Venti.  Il Museo Piaggio è nato per conservare e valorizzare il patrimonio storico di una tra le più antiche imprese italiane. E’ il più grande museo italiano dedicato alle due ruote. Ed accoglie esemplari unici che ripercorrono la storia dello sviluppo industriale e sociale del Paese.

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Vi chiediamo di mettervi comodi, e se riuscite, anche a sedervi, perché nel raccontare cosa vedrete vi sorprenderemo così tanto da farvi rimanere senza forze oltre che a bocca aperta! 

La visita al Museo Piaggio

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Innanzitutto il Museo Piaggio è BELLISSIMO !!! Non un bello che può piacere, ma un BELLO CHE PIACE A TUTTI! Da 0 a 99 anni: la Passione non ha età!

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Illustra la creatività dei nostri “bis-nonni” con più di un secolo di innovazioni e brevetti. Esalta l’imprenditorialità italiana nel mondo. Il genio e la sfrontatezza di uomini che hanno creduto nel Futuro attraverso la ricerca, l’innovazione ed un pizzico di follia

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Le vicissitudini della Famiglia Piaggio raccontano la storia della economia italiana: l’inventiva, il talento, l’impegno. La trasformazione e la diversificazione nella produzione: dall’arredamento delle navi ai binari dei treni, dai motori aeronautici ai veicoli a tre ruote fino alle motociclette da record del mondo! Tutto questo ha permesso a Piaggio di rinascere dopo due Guerre Mondiali.

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Narra l’evoluzione delle due ruote fino ai giorni nostri! E raccoglie i SOGNI di intere generazioni di giovani! Per i 40/50enni vi consigliamo di preparare i fazzoletti. 

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E’ un’enciclopedia a due/tre/quattro ruote e pure con le ali dedicata a tutti gli appassionati di storia, motori ed avventura! Potrete ammirare la produzione ferroviaria e aeronautica, la collezione Vespa e Piaggio, la straordinaria raccolta motociclistica di Aprilia, Gilera e Moto Guzzi con ben 104 Titoli Mondiali nelle varie specialità.

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Finita la visita del Museo Piaggio avrete un unico desiderio: rivederlo!  Ah, scusate, ci stavamo dimenticando di dirvi che è completamente gratuito! Cliccate qui per vedere le nostre foto.

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Per informazioni utili su orari ed eventi in programma guardate il sito www.museopiaggio.it. Se rimanete per il weekend vi consigliamo di visitare la stupenda Garfagnana e le suggestive Alpi Apuane – leggete il nostro itinerario “Garfagnana, la Grande Foresta della Toscana“.

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I vostri commenti

Ci piacerebbe conoscere cosa ne pensate del Museo Piaggio: emozioni, pensieri e tutto quello che  la visita vi ha suscitato! Inviate il vostro commento tramite mail ad [email protected] o scrivetelo nella nostra pagina Contatti . E noi lo pubblicheremo! A presto!!!

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Vi consigliamo di leggere la storia della Famiglia Piaggio. Di seguito ne trovate un riassunto. Buona Lettura!

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La Storia della Piaggio

1884-1903

La Piaggio nasce a Sestri Ponente (GE) il 10 Ottobre 1884 da Rinaldo Piaggio (figlio di un titolare di segheria) come azienda di arredamento navale. Dopo tre anni di attività, si trasforma in Piaggio & C. coi soci lo scultore Pietro Costa, l’armatore Giuseppe Piaggio e Giacomo Pastorino. Lo stabilimento si espande e firmano gli arredi delle più belle navi italiane e straniere di fine secolo.

Dalle navi ai treni…

Il nostro Paese sta vivendo la fase del decollo industriale. Rinaldo Piaggio liquida i soci e prosegue la sua avventura da solo impegnandosi nel settore delle costruzioni ferroviarie: il settore allora più innovativo. Nel 1903 acquista le Officine di Finale Ligure.

1903-1924

La Grande Guerra innalza la domanda nelle costruzioni dei mezzi di trasporto ed apre una rivoluzionaria frontiera: l’aeronautica. Nel 1915 Rinaldo si cimenta nella costruzione di ali e carlinghe per i nuovi aerei. 

E nel 1917 rileva un’azienda aeronautica di Pisa, dove ha sede uno dei primi aeroporti d’Italia “Arturo dell’Oro”.  Nasce la Società anonima Costruzioni Aeronautiche, CMASA, di imprenditori piemontesi (tra i quali Giovanni Agnelli) liguri – toscani e di cui Rinaldo Piaggio sarà Vicepresidente.

La Piaggio cresce

La Piaggio ha ora tre sedi e si colloca autorevolmente tra le grandi imprese nazionali per dimensione, numero di addetti, volume produttivo e valore del fatturato.

Fine della Grande Guerra

La fine della Prima guerra mondiale segna pesantemente lo sviluppo economico italiano. Piaggio la subisce in misura molto inferiore grazie alla diversificazione della produzione. Nel 1920 Rinaldo costituisce la Società Anonima Piaggio & C. col nuovo socio Attilio Odero. Uomo finanziariamente solido e con elevate competenze finanziarie e gestionali. Nel settore ferroviario vengono raggiunti traguardi significativi con commesse importanti sia dal mercato interno che estero!

Piaggio costruisce aerei!

Una nuova fase di espansione impostata sulla ricerca dei migliori tecnici e nella modernizzazione degli impianti per le costruzioni aeronautiche, ferroviarie e l’allestimento delle navi. Nel 1923 Rinaldo rileva l’intero stabilimento Bonmartini, con tutto quello che c’è dentro, compresi tecnici! Vuole Giovanni Pegna, valentissimo progettista ed ingegnere aeronautico. Con lui ottiene la produzione del monoplano da caccia P2, P7 – Idroplano Piaggio da corsa.  Ed il quadrimotore P 108 che sarà l’ultimo grande aereo dei costruttori italiani prima della seconda Guerra Mondiale.

1924-1934

Rinaldo vuole costruire motori aeronautici e nel 1924 acquista a Pontedera lo stabilimento Costruzione meccaniche nazionali. In un territorio fortemente legato all’attività agricola, Piaggio innesca una trasformazione importante: la produzione di motori Jupiter, su licenza Gnome et Rone. Nel 1926 Rinaldo fonda la SANA, Società Anonima di Navigazione Aerea, compagnia che promuove la prima linea aerea italiana per il trasporto dei passeggeri.

Piaggio sempre in espansione

Nel 1925 Rinaldo si vuole espandere nelle automobili. E lavora per costituire una nuova società con Mario Tolomei di Firenze, ma invano.
La Piaggio possiede e amministra anche aziende forestali nella Maremma e nell’agro-romano per la fornitura di carbone e la produzione del legname per le costruzioni ferroviarie.

La nuova fase espansiva dei primi anni venti porta i due soci a raddoppiare il capitale sociale per fronteggiare coerentemente l’espansione produttiva. Purtroppo giungono i contraccolpi della grande crisi mondiale tramite la caduta delle commesse e la drastica contrazione della produzione.

La crisi si batte con l’innovazione

Rinaldo controbatte la crisi con il potenziamento della ricerca e della innovazione! Piaggio si circonda di tecnici ed ingegneri di valore elevato:  Pegna, Gabrielli, Casiraghi e Corradino d’Ascanio., inventore dell’elicottero. Ciascuno con una storia personale affascinante e contribuiscono allo sviluppo del settore aeronautico in Italia. 

La storia della Piaggio è storia di creatività, oggetti tecnici scaturiti dalla genialità innovativa e capaci di far superare i difficili anni della grande crisi. La ripresa cammina sulle gambe e sull’ingegno di quegli ingegneri innovatori.

1934-1945

Nel 1934 entra in società Elena Odero, moglie di Rinaldo. Due anni dopo gli azionisti saranno anche i figli ed i generi. La crisi è completamente superata! Quando Rinaldo Piaggio muore nel 1938 i due figli maschi si dividono le competenze. Enrico responsabile degli stabilimenti toscani di Pisa e Pontedera, Armando di quelli liguri di Sestri e Finale Ligure.

I primati mondiali

Continua la fase espansiva ed arrivano i risultati di alto livello tecnologico sia nella produzione motoristica che aeronautica.  Tra il 1937 ed il 1939 sono raggiunti 21 primati nei motori stellari Piaggio. Ricordiamo il primato in altezza di 17.083 metri conseguito dal motore a pistoni PXI su velivolo Caproni 161, pilotato dal colonnello Pezzi.

Piaggio costruisce treni, arredamento navale, motori aeronautici, aerei, autocarri, tramways, autobus, funicolari, serramenti in alluminio.

Piaggio in Africa

In quegli anni Mussolini espande i confini nazionali nelle colonie d’Africa e alcune tra le maggiori imprese si insediano nei territori d’oltremare. Piaggio aggiunge insediamenti produttivi nelle colonie ad Addis Abeba e Gura e per le riparazioni e costruzioni aeronautiche nelle Officine Meccaniche Africa Orientale (OMAO). 

1945-1946

La seconda guerra mondiale provoca distruzioni immani che coinvolgono direttamente l’azienda Piaggio. Per la sua produzione strategica ai fini bellici, assiste alla completa distruzione di molti dei suoi stabilimenti.

L’Italia del secondo dopoguerra è distrutta: fame, disoccupazione, inflazione. Il Paese si riscatta in una fase di ricostruzione veloce, resa possibile grazie agli aiuti internazionali e soprattutto alla voglia di ripresa di uomini e donne, di operai ed imprenditori.

Rinascita nel secondo Dopoguerra

Nel 1945 la situazione è cambiata. Muore Attilio Odero. Piaggio perde gli stabilimenti africani ed in Italia Armando riprende faticosamente negli impianti liguri il settore aeronautico, l’arredamento navale e ferroviario. Nei stabilimenti toscani Enrico cerca un nuovo percorso imprenditoriale: contribuire a far superare al Paese le difficoltà nei trasporti. Ovvero costruire un mezzo di trasporto semplice: a basso costo e consumo, adatto nella guida per tutti, donne comprese.

A Biella avevano lavorato alla costruzione di un piccolo scooter, l’MP5, battezzato dagli operai “Paperino” per la sua strana forma. Enrico Piaggio non è assolutamente convinto del risultato. Perciò incarica Corradino d’Ascanio di ri-progettarlo.

Chi è Corradino D’Ascanio

D’Ascanio è ingegnere aeronautico. Ancora studente liceale aveva sperimentato il volo di Icaro con un deltaplano fatto con le lenzuola di casa riuscendo a staccarsi dal suolo per 15 metri. Giovanissimo ha perfezionato il clinometro. La sua genialità non ha confini e sperimenta macchine e strumenti complessi e antesignani. Inventa l’elicottero e nel 1930  conquistato il primato mondiale di durata di volo. L’elica rotante è il grande sogno di d’Ascanio che continua a produrre prototipi, fino al PD4 nel 1954.

D’Ascanio inventa qualsiasi cosa

Il primo rudimentale elaboratore a schede perforate, quando ancora nessuno immaginava gli elaboratori elettronici. L’impastatrice per il forno di Popoli e il portasigarette a tempo per autolimitarsi nel fumo delle sigarete. Persino i giochi di prestigio. Con un intelletto estremamente versatile, diventa professore alla Facoltà di Ingegneria di Pisa assieme ad un altro grande personaggio della Piaggio, Francesco Lanzara .

Nasce la mitica Vespa

D’Ascanio non ama la motocicletta. La vede scomoda e con diversi limiti nell’uso. Per esempio la difficoltà nel cambiare una gomma e lo sporco a causa della catena di trasmissione. In poche settimane progetta un veicolo con scocca portante e motore di 98 cc a presa diretta. Il cambio sul manubrio per una guida facile. Senza forcella ma con un braccio di supporto laterale per agevolare il cambio della ruota. La carrozzeria protegge chi guida e la posizione è analoga allo stare seduti in poltrona. Un elemento fondamentale è la leggerezza dei materiali di derivazione aeronautica. Nel settembre del 1945 Corradino presenta il suo prototipo MP6. Enrico Piaggio ne rimane soddisfatto. Sentendo il ronzio del motore e notando la parte molto ampia del sedile rispetto alla parte centrale e alla coda più strette Enrico esclama : “pare una vespa”. E Vespa fu!

Il 24 aprile viene depositato a Firenze il brevetto per una “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”, la Vespa. I primi esemplari furono venduti con qualche fatica, ma Enrico Piaggio, dimostrando la stessa audacia del padre, ne mise ugualmente in produzione 2.500.

1946-1948

La nascita della Vespa segna l’inizio di una nuova pagina nella storia dell’azienda Piaggio! Dopo 60 anni a Pontedera si abbandonano i progetti e le produzioni aeronautiche, per imboccare con coraggio e decisione la via degli scooter.

La Vespa nel mondo

La storia della Vespa è affascinante sotto molti profili: tecnico, costume, innovazione e comunicazione che nella prima promozione pubblicitaria vede protagoniste le donne. La Vespa fu presentata a Roma al circolo del golf al generale Stone, capo delle forze alleate in Italia. Venne accolta con due differenti atteggiamenti: chi la definiva “trabiccolo” con scarse capacità di potenza e di affidabilità e destinata all’insuccesso. Invece chi coglieva gli elementi di innovazione e di genialità ingegneristica.

Arriva l’Ape

Nel 1947 nasce l’Ape. Il furgone a tre ruote costruito con la stessa logica e filosofia che aveva ispirato Enrico Piaggio per Vespa. Immediatamente entra nell’uso quotidiano, trovando le applicazioni più varie: risciò, cassone, taxi, calessino. Le cronache riportano il difficile avvio, nonostante le più ardite innovazioni di marketing, tra cui la rateizzazione nel pagamento.

Soltanto nel 1948 con l’uscita della Vespa 125 (tipo elastico), il “miracolo” Vespa prende sostanza una lunghissima fase di affermazione produttiva mai interrotta. Oggi le vespe prodotte dal 1946 superano i sedici milioni di unità in circa 130 modelli differenti.

1948-1956

Il fenomeno Vespa assume i contorni di fenomeno sociale! Nel 1950 sono presenti in Inghilterra, Germania, Spagna e Francia. Vespa diviene sinonimo di libertà, fruibilità per lavoro e per tempo libero. Vespa stimola iniziative, gare, competizioni, raduni. Lo “sciame d’argento” delle migliaia di vespisti che si ritrovano nelle maggiori città inizia nel 1949 ed i  “Vespa club” scandiscono la storia nei decenni successivi.

Enrico Piaggio produce il “moscone”, motore marino fuoribordo, che vuole essere la Vespa del mare. E al tempo stesso raccoglie l’eredità dei rombanti motori a stella e a doppia stella di prima della guerra, divenendo l’antesignano dei motori marini KS 150 e KS 200.

La Vespa conquista il Mondo!

Nel 1953 il film americano “Vacanze romane” avvia una tradizione di lunghissima durata per le comparse dello scooter di Pontedera in famosi film. Molti altri sono gli impieghi della vespa fuori dal normale uso di tranquillo veicolo di trasporto. Nel 1951 Vespa 125 conquista il record mondiale di velocità (171 Km/h) nel chilometro lanciato con un modello “Siluro”.

Negli anni Cinquanta Georges Monneret costruisce una Vespa anfibia per il rally Parigi – Londra. Lo studente universitario Giancarlo Tironi supera in Vespa il Circolo polare artico. L’’argentino Carlos Velez attraversa la Cordigliera delle Ande da Buenos Aires a Santiago del Cile. Oggi Giorgio Bettinelli percorre le strade del mondo in Vespa. Nel 1953 Piaggio è presente in 114 paesi del mondo, con oltre 10.000 punti vendita.

La scommessa di Enrico Piaggio è vinta

Nel 1953 viene prodotta la 500.000 Vespa e tre anni dopo la milionesima.

1956-1969

La Vespa 400, piccola autovettura con motore 400, progettata da Corradino D’Ascanio e costruita in Francia, viene presentata a Montecarlo nel 1957. Ne furono costruiti circa 30.000 esemplari, ma non fu un successo ed il progetto a quattro ruote ritorna nel cassetto.

Dalla nascita di Vespa i momenti più significativi furono nel 1955 la produzione della Vespa GS, la prima 150 cc e nel 1963 con il lancio del fortunatissimo cinquantino, la Vespa 50 che ha motorizzato intere generazioni. Nel 1966 nasce il ciclomotore “Ciao”. E diventa il simbolo di riscossa di fronte alla distruzione provocata della tremenda alluvione del novembre di quell’anno.

Piaggio si divide

Tappa importante è il 1964, quando l’azienda si divide in Piaggio & C. (Pisa e Pontedera) e I.A.M. Rinaldo Piaggio. E’ l’atto finale di un lungo processo di differenziazione produttiva che vede Enrico Piaggio impegnato nei veicoli a due e tre ruote, ed il fratello Armando nel settore aeronautico.

Muore Enrico Piaggio

Nel 1966 scompare prematuramente Enrico Piaggio. Geniale ed ardito imprenditore che aveva riportato al successo un’impresa quasi finita alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La Piaggio ha superato in quegli anni le diecimila unità di addetti e rappresenta il vero motore di una parte importante della Toscana. La morte di Enrico giunge in un momento di elevata tensione sociale tra azienda e lavoratori. La vita della fabbrica è in una fase di fortissimo conflitto. Alla notizia della sua morte, cessa ogni clamore. E tutti rendono omaggio all’imprenditore coraggioso e geniale che ha fatto la ricchezza di un territorio e che ha contribuito all’affermazione del prodotto Italia.

1969-1992

Il processo di crescita continua: nel 1969 viene acquisita Gilera, la celebre casa motociclistica di Arcore, motivo di vanto per la tecnologia e capacità italiana nel settore delle moto.

E arriva Gilera!

Dal primo modello (la VT 317) del 1909 la scalata di Gilera al mercato delle motociclette giunge attraverso una serie infinita di successi fino al secondo dopoguerra e agli anni ’60, quando entra in una difficile fase aziendale. Spetta a Piaggio, guidata da Umberto Agnelli, rilanciare Gilera. Da allora riprende a registrare importanti successi in termini di produzione e di traguardi nelle competizioni più importanti nazionali ed internazionali. L’abbinamento Piaggio Gilera conduce nel 1972 ad una felice fase di crescita di Gilera, anche nel segmento dei 50 cc.  In quell’anno inizia la produzione di moto a due tempi, a distribuzione tradizionale.

La fase espansiva di Piaggio supera i difficili anni 70. Nei momenti critici sa trovare sempre la capacità di reazione attraverso l’innovazione, la creatività e nell’insieme delle competenze tecniche individuali di primissimo ordine.

Nel 1977 nasce un prodotto di grande successo: la Vespa PX di cui ne verranno prodotte 6 milioni di esemplari e che ancora resta uno dei modelli più desiderati.

E pure la Bianchi

Nel 1980 viene acquisito il marchio Bianchi che rimarrà per molti anni nel gruppo Piaggio. Il decennio Ottanta risente delle migliori condizioni economiche generali dell’Italia e del mercato mondiale. Nuovi prodotti vengono immessi sul mercato e la ripresa registra la crescita degli occupati negli stabilimenti Piaggio e la conquista di nuovi sbocchi sui mercati internazionali. Nel 1992 diviene Presidente della società Giovanni Alberto Agnelli, giovane imprenditore figlio di Umberto Agnelli e di Antonella Bechi Piaggio.

1992-I nostri giorni

Le vicende degli ultimi due decenni, accanto a periodi di crisi, registrano fasi di nuove affermazioni e registrano il permanere della continuità tra innovazioni e creatività.

Hexagon, X8, X9, Nexus, Beverly, sono realizzazioni che raccordano la grande storia di Piaggio fino alle Vespa ET, all’MP3 e alla vespa LX 60 delle ultime generazioni. La ET è prodotta in occasione del cinquantenario (1996) e rappresenta la ripresa del filo conduttore tra il passato ed il presente. Nel 1997 scompare prematuramente Giovanni Alberto Agnelli. La Società attraversa momenti molto difficili. Dopo due anni gli azionisti della famiglia Piaggio cedono i loro pacchetti ad un fondo internazionale.

L’arrivo di Colannino

Nel 2003 l’azienda viene acquisita da Roberto Colaninno ed il gruppo IMMSI. La società supera la fase critica e celebra il 60° di vespa con il lancio di nuovi prodotti. Nel 2006 Colaninno acquista il controllo di marchi prestigiosi come Aprilia e Guzzi, portando il gruppo Piaggio nei primissimi posti del settore delle due ruote e della mobilità commerciale leggera. I veicoli di ultima generazione mantengono caratteristiche tecniche e innovazioni capaci di intercettare le più sofisticate esigenze del vasto pubblico. Ed al tempo stesso contribuiscono a migliorare la mobilità di ogni persona di qualsiasi età, ceto e nazione. E contribuiscono a ricercare il connubio tra esigenze pratiche e nel rispetto della natura, tra mobilità, costume e compatibilità ambientale.

Dai primi anni Novanta ad oggi l’azienda metalmeccanica Piaggio ha segnato un sentiero nel coniugare produzione e responsabilità sociale. Roberto Colaninno ha risanato l’azienda recuperando il valore del marchio Vespa, Piaggio e Gilera nel mondo. Ed ha rilanciato il testimone sul fronte dei valori immateriali e della funzione sociale dell’impresa col territorio e l’economia. Una grande Azienda con una grande Storia. I suoi prodotti hanno scritto alcune delle più belle pagine della meccanica nel mondo. Ed hanno dimostrato cosa può creare la creatività, l’innovazione e l’operosità dell’uomo.

(liberamente tratto da Storia del Museo Piaggio)